SEGUIRO’ I TUOI PASSI

Il gioco più antico del mondo, il primo passatempo che insegnano i genitori ai propri figli non appena iniziano a reggersi sulle proprie gambe. Tenersi per mano e girare in cerchio così da osservare la meraviglia del mondo ogni volta da una prospettiva diversa facendo molta attenzione, altrimenti tutti giù per terra. Il girotondo è un modo per tenersi stretti e sentirsi meno soli, il sistema per cadere e riuscire a rialzarsi. Perché nessun bambino da solo è riuscito mai a diventare grande.
‘E creature ‘e Napule poi non sono così diversi dai bambini di altri posti, non hanno bisogno di cambiare canale per capire cosa sia giusto o sbagliato, e forse non leggono nemmeno quei libri in cui si parla di loro, si tengono per mano così da sentirsi imbattibili, sviluppano gli anticorpi per resistere ai pipistrelli nelle sere d’estate e agli scarafaggi che a causa delle alte temperature escono dai chiusini per trovare un po’ di refrigerio nelle strade.
Alcune famiglie durante il gioco non fanno attenzione a dove mettono i piedi, altre invece non si sforzano nemmeno di tenere le mani dei ragazzi fino alla fine del giro e li lasciano da soli cadere per terra, illuminati da un’unica fonte: le luci della strada.
Lo scopriamo nelle favole, le scorciatoie sono i percorsi più brevi ma anche quelli più impervi poiché non riuscendo a trattenere la luce del sole nascondono le insidie maggiori. Sentieri che appaiono accoglienti e protettivi, in realtà si rivelano complicati ed ingannevoli. L’unica certezza, una strada che i bambini non potranno più togliere dai loro occhi, la tratteggeranno sulla propria pelle, come i lupi che in branco proteggono il proprio territorio, un territorio guardiano dei loro segreti; le voci, impresse nel muschio che colora le intersezioni delle pareti di tufo, pietra isolante di origine vulcanica.
Nessuno è capace di considerarli risorse, nemmeno la scuola, troppo assente, carente nei programmi e nelle strutture, sorretta soltanto da insegnanti che fungono da pilastri di un edificio in decadenza. Mancano palestre, piscine e campi di calcio, i centri di aggregazione esistenti funzionano poco e male. Solo alcuni possono accedere all’istruzione, allo sport, alla cultura, il resto dovrà barcamenarsi tra vicoli, rioni e prefabbricati alla ricerca di un presente senza storia, di una tela di anonima fattura per sedersi, immaginare e dipingere il quadro della loro vita senza che nessuno gli avrà mostrato mai che i colori danno vita ad un’opera e che le sfumature sono l’origine di ogni capolavoro.

A quel punto, quando tutti saremo giù per terra, torneremo a rialzarci e prima che il girotondo ricominci, prima di fare il passo giusto, bisognerà ricordare che siamo la cosa giusta e tutti potremo ricominciare perché solo allora saremo nelle braccia di quei passi da seguire.gigi e anto

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