Vesuvio, lavaci con la tua bellezza

Da domenica non sarai ostaggio – almeno per un po’-, vittima di chi finge solo adesso di volerti bene e voltandosi dall’altra parte invoca la tua forza distruttiva.
Resiti amico mio il tempo è dalla nostra parte, il tempo di chi vive con la consapevolezza che tutto ciò che inizia poi, in qualche modo, inesorabilmente finisce.
Il tempo dei vitigni e dei pomodori del pendolo, il tempo delle ciliegie  e degli abbracci spezzati all’ombra dei lecci. Un tempo che si ferma alla vista del mirto e del lentisco, dove la lava si  trasforma in roccia per custodire meglio le nostre radici.
Solo un popolo folle può vivere su silicati, ossidi e solfuri, eppure è proprio la marcia in più di questa gente. Dal magma pippiante deriva il coraggio, la filosofia, la generosità, il rispetto; la consapevolezza che la differenza la fa ciò che hai nascosto dentro: un imperturbabile fuoco invisibile agli occhi ma vivo a tutti gli altri sensi.Caro, nobile Vesuvio, Il destino dei Re è quello di essere osannati, giudicati, talvolta abbandonati ma il tuo popolo è qui, al tuo fianco e continuerà a chiederti di lavarlo, si lavarlo, ma solo e sempre con la tua infinita bellezza.

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