Si cresce, si cambia, il tempo passa ma non troppo in fretta. Ciò che è stato dovrebbe imporre riflessioni, azioni, cambiamenti, ma il passato resta mentre il futuro aspetta. Ci troviamo in piazza Medaglie d’Oro, al Vomero, per celebrare Silvia, madre dell’assessore Alessandra Clemente, perché vent’anni fa mentre percorreva la strada verso casa, a salita Arenella, si trovò nel mezzo di un raid camorristico, un proiettile le arrivò alla tempia, morì sul colpo sotto gli occhi del figlio Francesco e di Alessandra che affacciata alla finestra di casa fu spettatrice di quell’orrore.
Vent’anni sono pochi, vent’anni sono troppi. Vent’anni di fiaccolate, di targhe, di buoni propositi, di associazioni, vent’anni di affetto.
Vent’anni di Pasqualino, di Gigi, di Paolo, di Stefano, di Gelsomina, di Federico, di Paolino, di Claudio, di Dario, di Giuseppe, vent’anni di tanti altri, alcuni dei quali non li hanno nemmeno visti i propri vent’anni. Eppure le fiaccolate si sprecano, i cortei aumentano. Dall’altro lato della carreggiata invece, bambini nati sulla loro strada verso casa, spacciano, comandano, sparano, muoiono. Vent’anni di vittime, in cui la “borghesia” non guarda poiché non le riguarda volgere lo sguardo oltre il proprio giardino, non si espone, alimenta la spirale dell’indignazione. Ma Il tempo scorre e così domani saranno ventun anni di rassegnazione, di frustrazione, anni in cui la strada verso casa, se non riconquistata, persisterà sfigurando sorrisi ed il futuro continuerà ad essere privato dei suoi occhi migliori.

la strada verso casa