Il genio della semeiotica

 

Viveva al civico 33 di via Santa Maria di Costantinopoli, nel cuore del centro storico napoletano. Antonio Cardarelli, nacque il 29 marzo 1831 a Civitanova del Sannio, figlio di un medico e di una casalinga. Innamorato della medicina, a soli 17 anni andò a vivere a Napoli ove poté dedicarsi anima e corpo allo studio. Lì conobbe Nunziatina della quale si innamorò perdutamente, ma per anteporre lo studio all’amore si finse malato dinanzi al padre della amata, così da allontanarla per poi riprendersela al termine degli studi. Appena laureatosi partecipò sotto falso nome ad un concorso all’ospedale degli Incurabili, risultò primo su centonovantanove, ma le proteste degli esclusi non misero in discussione il risultato, tant’è che il presidente della commissione fu irremovibile <<O entra Cardarelli, o usciremo tutti>>, così fu aumentato il numero dei posti a disposizione. In poco tempo Cardarelli diventò direttore di sala.
Nel frattempo i suoi studi continuavano, dimostrò che l’aneurisma aortico poteva essere diagnosticato dal modo in cui l’ammalato pronunciava le vocali. Si narra che un giorno mentre Antonio Cardarelli passeggiava in carrozzella fu colpito da un venditore di pesce che con la sua voce attirava i clienti, capì che c’era qualcosa in quell’uomo che non andava, si recò dal pescivendolo e lo invitò la sera a casa. Così poté curarlo, salvandogli la vita.
Nel 1890 vinse la cattedra di patologia alla Regia Università, poi passò a quella clinica medica. Curò Garibaldi, Vittorio Emanuele, Umberto I, ma anche personalità del calibro di Giuseppe Verdi e Benedetto Croce. Aveva fondato tutta la sua scienza sulla semeiotica medica, la capacità di capire le malattie dai segni. Gli bastava uno sguardo per effettuare una prima diagnosi. Famoso l’episodio in cui alcuni colleghi in segno di scherno lo contattarono facendogli visitare un medico finto ammalato. Cardarelli fu irremovibile, <<nefrite cronica>> sentenziò, diagnosticandogli pochi giorni di vita. I colleghi lo derisero in segno di scherno, ma una settimana dopo il medico morì proprio di nefrite cronica.
Durante la cattedra di Cardarelli, la scuola medica napoletana acquisì prestigio in tutta Europa, le sue lezioni erano affollatissime di allievi e colleghi, molti dei quali lo veneravano come un santo. Era molto ricco ma non meno generoso, distribuiva denaro ai poveri e la domenica nella sua casa di Costantinopoli, visitava gratuitamente.
Il caso più noto avvenne ai primi del novecento sulla diagnosi della malattia di Papa Leone XIII, al quale era stata diagnosticata una pleurite dai medici del Vaticano, Cardarelli invece affermò che si trattava di tumore. Il caso finì sul Roma scatenando un dibattito di caratura nazionale.
L’attività politica di Antonio Cardarelli si snoda in un lungo periodo di tempo in Parlamento (1880-1904), dapprima alla Camera dei deputati e in seguito al Senato del Regno, per un totale di sette legislature.

Antonio Cardarelli morì a Napoli, alla veneranda età di novantasei anni, nella casa di via Santa Maria di Costantinopoli l’8 gennaio 1927, in cui viveva con la moglie Nunziatina Giannuzzi, unico suo amore.

« … tutta la gente lo chiamava, l’invocava, gli tendeva le mani, chiedendo aiuto, assediando il portone, le scale, la sua porta… con la pazienza e la rassegnazione di chi aspetta un salvatore. » Matilde Serao

 

cardarelli
Via Santa Maria di Costantinopoli 33

 

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