Difendi la città, la sindrome di Calimero

Istituito lo sportello comunale “Difendi la città”, mediante il quale qualsiasi cittadino potrà segnalare eventuali casi di diffamazione nei confronti della città di Napoli ed un pool di avvocati del comune stabilirà se le segnalazioni saranno meritevoli di approfondimento. Questo strumento relega la capitale dell’anima a mera località capoluogo del vittimismo. I luoghi comuni da sempre si sprecano, molti dei quali fastidiosi e offensivi; ma chi non ha un parente, un amico, un collega, residente fuori città che quando è venuto per la prima volta a Napoli non si sia ricreduto dagli stereotipi, innamorandosene perdutamente? Per non parlare di scrittori, artisti, poeti, registi che hanno fatto di partenope musa ispiratrice di grandi capolavori. Il senso critico, al contrario di quel che si pensa, è linfa per una città abituata ad adagiarsi arrendendosi alla rassegnazione. Pino Daniele, Massimo Troisi, Eduardo De Filippo, Matilde Serao, Curzio Malaparte, solo per citarne alcuni, strenui difensori di partenope, non le hanno mai risparmiato parole forti, al fine di smuovere le coscienze di chi interpreta la napoletanità come completa assenza di regole. Nessuno avrebbe mai immaginato di denunciare Pino Daniele quando diceva che “Napul è na carta sporca”. Ma il trovare nemici ovunque all’esterno, non fa altro che distogliere l’attenzione dai problemi cittadini, legittimando chi realmente infanga la storia e la memoria di un popolo dalle grandi potenzialità ma prigioniero dei suoi stessi dogmi. Difendere la città, prima che un impiego legale, dovrebbe essere un dovere civico di ogni cittadino di vivere secondo il principio di legalità che in questo caso poco o nulla ha in comune con il sentimento giustizialista. Non sono le offese a far del male a Napoli, bensì l’eccessiva tolleranza nei confronti di chi fa del mancato rispetto delle regole il proprio leit motiv.

palazzo_sangiacomo

 

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